domenica 28 agosto 2011

Incompatibili esteticamente

Faccio una pausa mentre preparo le valige per l'imminente vacanza e guardo gli aggiornamenti dei blog che mi piacciono, qualcosa mi colpisce e mi fa riflettere: quest'uomo!
Facciamo un passo indietro, lo ammetto, nella remota ipotesi in cui non ve ne foste accorti da soli, mi piacciono gli uomini nudi. Trovo piacevole, confortante e rilassante bearmi con immagini di bellissimi uomini in costume adamitico, e seguo qualche blog a tematica gay in cui postano delle foto strepitose.
Quest'uomo, lo avevo già incontrato in precedenza: è un giocatore di rugby decisamente esibizionista, le sue foto sono ovunque. Non credo di averlo mai visto vestito! Ha un bellissimo fisico, indubbiamente, ed è, sempre senza alcun ombra di dubbio, ben dotato.

Tim Oakes
Ma a me colpisce il suo viso. Lo trovo brutto. Brutto in una maniera speciale, una sensazione che conosco e che, forse, sublima il semplice fattore estetico, i suoi tratti somatici hanno qualcosa che mi grida incompatibilità.

Non penso di essere una persona superficiale e, anche se mi piace contemplare la bellezza, dubito che sia poi un fattore rilevante quando giudico qualcuno. Non credo di essermi mai innamorata di qualcuno "canonicamente" bello, quando mi innamoro o mi sento attratta da qualcuno, la bellezza può essere una spinta iniziale ma poi è qualcos'altro che mi attrae veramente e che mi fa andare oltre.
Lui, Tim Oakes, ha dei tratti somatici che mi sono familiari, dalle mie parti ci sono molte persone che gli somigliano e che almeno esteticamente potrebbero essere suoi parenti stretti(ovviamente mi riferisco solo alle facce!).
Ogni volta che incontro queste persone sento questo senso di... incompatibilità estetica... non riesco a definirla diversamente.

Ci sono molti fattori che ci fanno provare incompatibilità verso qualcuno, in questo caso la cosa mi colpisce subito, come un pugno. Non devo andarla a ricercare, è subito lampante.

Mi è capitato anche in passato, con un amico, una persona che mi piaceva davvero molto, caratterialmente, intellettualmente, avevamo tante cose in comune e ci divertivamo davvero insieme, però... lo trovavo brutto. Detto così è orrendo, lo so... anche perché, obiettivamente, l'amico di cui parlo non era veramente brutto, anzi, era oggetivamente carino, però c'era qualcosa che a me appariva tale, qualcosa nel suo viso, nella forma delle sue labbra, nella sua pelle... era qualcosa che trovavo insopportabile.
 Lui aveva una cotta per me, l'amicizia tra uomo e donna è davvero difficile a volte, mettermi insieme a lui sarebbe stato così facile, come lasciarsi cadere, qualcosa di assolutamente semplice e naturale. Ma per me era impensabile il fattore estetico condizionava la possibile evoluzione del nostro rapporto.
Mi è sempre sembrata così strana questa cosa e ora la ritrovo guardando questo giocatore.

Quando qualcuno mi piace, anche se è semplicemente un amico, lo trovo sempre gradevole di aspetto, la conoscenza, l'intimità e l'affetto, superano la mera esteriorità e vanno oltre.
Riesco a spiegarmi perché trovo belle persone che forse "canonicamente" non possono essere definite tali ma davvero non riesco a capire perché, invece, ne trovo altre irreparabilmente brutte anche se poi non lo sono oggettivamente.

E' un mistero.

mercoledì 24 agosto 2011

Letti, lenzuola aggrovigliate e uomini nudi.

Settimana prima delle ferie, tante cose da fare, tante beghe da risolvere e poco tempo per pensare e riflettere.
Ma c'è bisogno di qualcosa per confortare lo spirito oppresso da tante noie: stasera mi inebrio con immagini di letti sfatti, lenzuola appassionatamente aggrovigliate e meravigliosi uomini nudi che si rotolano tra di esse.


Un grazie a Homotography per le immagini.

lunedì 22 agosto 2011

Immagini.


Foto di René Peña.

E' piacevole muoversi. Ancora una volta mi sorprendo, e mi sorprende sorprendermi tanto enorme soltanto in una parte del corpo, come a qualcuno a cui sia andata male un'operazione di chirurgia plastica. Come una di quelle donne di certe tribù africane la cui idea di bellezza impone colli estremamente allungati o labbra e lobi dilatati oltremisura. Trovo il modo di equilibrare il peso di Alba, e in questa danza da gemelle siamesi ci avviamo verso il ristorante thailandese Opart.
Audrey Niffenegger, La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo.


domenica 21 agosto 2011

Incipit

The Unmade Bed, Tina Modotti
Era inevitabile: l'odore delle mandorle amare gli ricordava sempre il destino degli amori contrastati. Il dottor Juvenal Urbino lo sentì non appena entrato nella casa ancora in penombra, dove si era recato d'urgenza a occuparsi di un caso che per lui aveva smesso di essere urgente già da molti anni. Il rifugiato antillano Jeremiah de Saint-Amour, invalido di guerra, fotografo di bambini e suo avversario di scacchi più compassionevole, si era messo in salvo dai tormenti della memoria con un suffumigio di cianuro d'oro.
Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.
Ma era lì. Voleva trovare la verità, e la cercava con un'ansia appena paragonabile al terribile timore di trovarla, sospinta da un vento incontrollabile più imperioso della sua alterigia congenita, più imperioso persino della sua dignità: un supplizio affascinante.
Gabriel García Márquez, L'amore ai tempi del colera.


Il mio incipit preferito.

La foto, non so bene per quale motivo, mi fa pensare a questo libro.

sabato 20 agosto 2011

Punctum


Léon Herschtritt, Amoureux de Paris.

(...)Punctum è anche: puntura, piccolo buco, macchiolina, piccolo taglio - e anche impresa aleatoria. Il Punctum in una fotografia è quella fatalità che, in essa, mi punge (ma anche mi ferisce, mi ghermisce).
(...)
Purtroppo, sotto il mio sguardo, molte foto sono inerti. Ma anche tra quelle che ai miei occhi hanno una qualche esistenza, la maggior parte non suscita in me che un interesse generico e, se così si può dire, educato: in esse non vi è alcun punctum: esse mi piacciono o non mi piacciono senza pungermi: sono investite unicamente dallo studium.
Roland Barthes, La camera chiara.


La penna tra le dita nella mano sospesa della ragazza mi punge!

venerdì 19 agosto 2011

Il bambino gru

Tina a Tacubaya, foto di Edward Weston, 1923.

Perché, Jerene ne era convinta, ciascuno, a modo suo, trova ciò che deve amare, e lo ama; la finestra diventa uno specchio; qualunque sia la cosa che amiamo, è quello che noi siamo.

David Leavitt, La lingua perduta delle gru.


giovedì 18 agosto 2011

Interessarsi alla trama del tessuto

Un'altra foto unaria è la foto pornografica(non dico erotica: l'erotico è un pornografico alterato, intaccato). Niente è più omogeneo di una fotografia pornografica. E' una foto sempre ingenua, senza secondi fini e senza calcolo. Proprio come una vetrina che esponga, illuminato, un solo gioiello, la foto pornografica è interamente costruita sull'ostensione di una sola cosa: il sesso: in essa non vi è mai un oggetto secondo, intempestivo, che venga a nascondere in parte, a ritardare o a distrarre. Controprova: Mapplethorpe fa passare i suoi primi piani di sessi dal pornografico all'erotico fotografando da molto vicino le maglie dello slip: la foto non è più unaria, dal momento che ora io m'interesso alla trama del tessuto.
Roland Barthes, La camera chiara.

Robert Mapplethorpe, Patrice, 1977.

mercoledì 17 agosto 2011

Jin Akanishi

Ieri, curiosando in siti di drama alla ricerca di qualche gustosa novità, sono incappata in queste belle foto di Jin Akanishi, tratte da una famosa rivista giapponese(non sono abbonata a nessuna rivista ma se dovessi mai farlo sicuramente mi abbonerei ad Anan!).

Se parlando di Ken'ichi Matsuyama, qualche giorno fa, dicevo che non era il mio tipo di orientale, Jin Akanishi, si avvicina più al mio tipo ideale. Ma... pensandoci bene forse no, però indubbiamente in queste foto è bellissimo e sensuale, e ideale o meno, un pensierino ce lo farei!

Idol giapponese, cantante, autore e attore, seconda voce del gruppo KAT-TUN, recentemente lanciatosi nella carriera da solista.
L'ho visto recentemente nel film Bandage e l'ho trovato bravo nel suo ruolo, migliorato rispetto a vecchi drama in cui la sua intepretazione mi era sembrata un po' legnosa.



















martedì 16 agosto 2011

Piaceri Facili

Ho passato un periodo apatico e poco creativo, tante beghe lavorative e familiari, il tempo che rimaneva era di pessima qualità e spesso vinceva la stanchezza.

In tempi come questi vincono i piaceri facili.

Generalmente, ogni settimana rubo almeno un'oretta per rifugiarmi nella mia libreria preferita, con la mia lista di desiderata alla mano: mi impongo non più di due libri, in edizione economica. I libri sono una delle mie debolezze e devo darmi assolutamente dei limiti.
Per almeno un paio di mesi ho comprato libri che ho fatto languire languire nell'attesa di essere letti o almeno di essere presi in considerazione. Non ci riuscivo proprio. In periodi simili è troppo complicato mettere la testa in una nuova lettura, sforzare la mente ad entrare e costruire un nuovo universo, quel piccolo sforzo iniziale che comporta il leggere un nuovo libro, rappresentava per me una fatica estenuante, arrancavo per le prime righe e poi abbandonavo e tornavo ai piaceri facili.

piaceri facili che rientrano un po' nella categoria dei generi di conforto sono vari e mutevoli, diversi in ogni fase evolutiva, stagione, umore, capriccio, infatuazione; in questa mia fase sono stati composti da fan fiction, anime e drama coreani e giapponesi, annacquati con immense teiere di tè Oolong.

Leggere una fan fiction è semplice, conoscendo bene il fandom, tutto è già pronto nella propria mente, scenari, personaggi, manca solo l'azione.
Qualche mese fa' ho iniziato a leggere le Dramione, e leggi e leggi... indovinate in quale pairing sono finita??

Vi lascio un eloquente indizio!


lunedì 15 agosto 2011

Cose che rendono felici.

Peter Greenaway, I racconti del cuscino (The Pillow's Book) (1995)

Cose che rendono felici.
Mettere le mani su di una gran quantità di romanzi nessuno dei quali si era già letto prima, oppure:
Scovare il secondo volume di un romanzo che ci ha molto emozionati, ma di cui fin qui non avevamo ottenuto che il primo volume. Però si rimane spesso delusi.
Raccogliere una lettera che qualcuno ha strappata e gettatavia e trovare che accostando i pezzetti si riesce a ricomporne il senso.

Sei Shōnagon, Note del guanciale.



domenica 14 agosto 2011

Dialoghi coniugali/2


Plumeria: "Come posso indicizzare il mio blog?"
Marito: " ..."
Plumeria: "Ho messo ben due contatori che praticamente registrano i MIEI accessi, e basta! Lo leggo solo io..."
Marito: "..."
Plumeria: "Il guaio è che il mio blog non appartiene ad una categoria specifica, ha contenuti per adulti ma... non è proprio un sito erotico, tratta anche di argomenti culturali, di anime... però senza andare troppo sullo specifico..."
Marito: "Prova con deviazioni sessuali, perversioni, maniaci..."
Plumeria: "Ma che c'entra??"
Marito: "Ah! Anche con casalinghe perverse..."
Plumeria: "...non sono una casalinga!"
Marito: "...potresti avere tantissimi fan, il mondo è pieno di maniaci e pervertiti."
Plumeria: "..."
Marito: "I tuoi fan dovrebbero essere il genere di persone che hai paura ad incontrare per strada, pensaci."
Plumeria: "..."
Marito: "Io certamente avrei paura."
Plumeria: "Uhmpf..."

sabato 13 agosto 2011

Pomodori.


Cliente che alle otto di mattina mi parli dei tuoi pomodori, io... ti voglio bene.
Non ho ancora preso il secondo caffè della giornata, gli occhi ancora mi pizzicano e tu, Cliente, mi racconti di come coltivi i tuoi pomodori. Me lo racconti dettagliatamente e io, che mi limito a mangiarli i pomodori, ti ascolto attenta, con un'attenzione sincera di cui mi sorprendo io stessa.
Ma Cliente... io ti voglio bene.
Cliente che mi sveli i segreti della perfezione delle tue verdure, del dogma di zapparli solo due volte, dell'importanza dell'erba per i pomodori da campo, perché l'erba li protegge e li avvolge, mantenendoli ad una temperatura costante, difendendoli dal troppo sole e dai rigori della notte.
Cliente, io ti ascolto estasiata e rapita e vorrei avere attorno anch'io delle cortine d'erba a proteggermi, vorrei essere anch'io uno dei tuoi stupefacenti ortaggi.
Cliente... io ti voglio bene.
Onestamente Cliente non penso che coltiverò mai dei pomodori. Né da palo né da campo. Ma il tuo discorso mi ha toccata. 
Cliente la prossima volta che mi omaggerai dei tuoi preziosi ortaggi, li gusterò con rispetto e in reverenziale silenzio, ricordando le tue parole perché io, Cliente, ti voglio bene.
Grazie per i pomodori.

venerdì 12 agosto 2011

Ritorni


L'ho sognato ancora.
Anni fa', quasi venti, ero innamorata di un uomo, un amore immaturo e solo parzialmente ricambiato. Già allora, nonostante subissi fortemente il fascino di quella persona, sapevo che non era quello giusto per me. Lo sentivo dal suo odore, da come mi parlava o forse dal fatto che era più bravo a parlare che ad ascoltare, io sono un'ottima ascoltatrice però, a volte, mi piace anche essere ascoltata a mia volta.
Una storia mai iniziata veramente, troppa la differenza di età e io, sinceramente, ero molto immatura, assolutamente non pronta ad imbarcarmi in una storia simile. Non ho avuto rimpianti, finito gli studi mi sono allontanata da lui geograficamente e mi sono innamorata veramente, di quello che poi è diventato mio marito, sono stata completamente presa e per parecchio tempo non ho più pensato a lui.
Ma negli anni, ogni tanto lo sogno. La sua immagine e, sopratutto, la sua voce meravigliosa. Una voce modellata da decenni di fumo intensivo.
Nei sogni lo ringiovanisco ogni volta, lo miglioro fisicamente, in realtà è quasi coetaneo di mio padre, vent'anni fa' questa era una cosa di nessuna importanza, oggi l'idea mi inquieta.

giovedì 11 agosto 2011

Arrivare fino a me.


Anaïs Nin


Ci sono due modi di arrivare fino a me: con i baci o con l'immaginazione. Ma c'è una gerarchia: i baci da soli non funzionano.

Anaïs Nin, Henry & June.





...e l'immaginazione, anche da sola, a volte è capace di compiere miracoli inimmaginabili! Miracoli o autentici disastri, è tutto da vedere.




mercoledì 10 agosto 2011

Momenti rubati/2

Yasmine Chatila, The bachelor, dalla serie "Stolen Moments"

Non vivo a New York, vivo in un posto tranquillissimo in campagna e i miei vicini di casa non sono così interessanti, invidio Yasmine Chatila e la sua vista.
A me piace osservare le finestre e la vita che si svolge all'interno. Per qualche anno, appena sposata, ho vissuto in città, all'ultimo piano di un palazzo e dalle mie finestre vedevo decine e decine di altre finestre.
Era affascinante e io ne ero rapita. Non accadeva nulla di eclatante ma io, a volte, ne ero come ipnotizzata.
Ora, la nostra nuova casa, si affaccia su palazzine dalle persiane chiuse, l'unico evento significatico è "vecchio spione", l'amabile nomignolo è stato forgiato da mio marito.
Vecchio spione è in realtà un signore non tanto vecchio, appena un decennio più anziano di noi, sulla cinquantina, che si affaccia al suo terrazzo e fuma una sigaretta, con lo sguardo perso verso l'orizzonte. Ha il viso di una persona buona e tranquilla, non ha l'aria di spiare qualcosa o qualcuno, semplicemente si fuma beatamente la sua sigaretta, senza guardare qualcosa in particolare. Magari per prendersi una pausa dalla famiglia, ha due bimbe carine e pestifere, che si sentono spesso battibeccare quando giocano nel cortile.
Tempo fa' era sparito.
Non si vedeva più a fumare pacatamente la sua sigaretta e io ero in apprensione. Mio marito, al solito, mi prendeva in giro e mi invitava ad andare a suonare al suo campanello per avere informazioni.
Poi, finalmente, è tornato.
D'estate è ancora meglio, perché di mattina, fuma la sua sigaretta a torso nudo. La visione di quelle ciccie candide e tornite da anni di cattive abitudini alimentari, dei peli grigi e ricci sul suo petto, dello sguardo offuscato dal risveglio, lontano e perso nell'orizzonte, sono per me una visione consolante direi e, onestamente non so bene per quale motivo, mi rassicurano e fanno stare meglio.
Grazie vecchio spione, bentornato.

martedì 9 agosto 2011

Momenti rubati

Yasmine Chatila, The kiss, dalla serie "Stolen Moments"


- Più che altro vedranno un tale che batte a macchina. Qualche volta lo vedranno leggere. Se a volte vedono qualcosa di più interessante, se lo meritano.
Philip Roth, Inganno.

lunedì 8 agosto 2011

Rileggere

Io leggevo molto i libri, è vero, ma non leggevo molti libri, perché a me piaceva leggere più volte quelli che amavo. (...) Leggevo e rileggevo lo stesso libro molte volte, e a volte chiudevo gli occhi e mi riempivo i polmoni del suo odore. Il semplice annusare quel libro, scorrere le dita tra le pagine, per me era la felicità.
Haruki Murakami, Norwegian Wood.

domenica 7 agosto 2011

Gli amanti di Utamaro

Ho ritrovato questa immagine navigando in rete, non la ricordavo più. I primi turbamenti adolescenziali li devo a Kitagawa Utamaro e a questa immagine principalmente.
Beh... poi crescendo la lista dei miei turbamenti si è allungata di molto!

sabato 6 agosto 2011

Norwegian Wood


Ieri sera ho visto Norwegian Wood, il film di Tran Anh Hung (regista vietnamita con una sua particolare poesia visiva, più basata sulle immagini che sui dialoghi, ho amato Il profumo della papaya verde), tratto dall'omonimo romanzo di Haruki Murakami. Il libro l'avevo letto diversi anni fa, nel 1993, era appena uscito in Italia, edito da Feltrinelli, con il titolo Tokyo Blues, e una copertina abbastanza bruttina, lucida, rossa e verde. L'ultima edizione è di Einaudi e ha il titolo originale, come è giusto che sia.
Confesso che l'ho acquistato da poco, credendo che fosse un nuovo romanzo... l'ho acchiappato al volo, mentre mi dirigevo di fretta alla cassa, non ho nemmeno dato un occhio alla quarta di copertina. A casa, l'ho iniziato a leggere nella totale ignoranza e pensavo che la trama mi suonava familiare, più andava avanti e più mi sembrava di averlo già letto. Finché non ho scoperto che EFFETTIVAMENTE l'avevo già letto! La scoperta l'ho fatta dopo poche pagine e questo mi ha confortato: non sono rincoglionita del tutto, quindi, almeno me li ricordo i libri che leggo! E' già qualcosa.
Il film mi è piaciuto, bellissima la fotografia, le luci e bravi gli attori. Davvero poetico: l'attenzione ai colori, alle stagioni, alla natura, tutto trasmetteva emozioni e la luce disegnava attimi di grande intimità. La colonna sonora accompagnava con discrezione le immagini.

Ora, fin qui son stata anche troppo seria e io, almeno qui, voglio essere molto onesta. Ho una predilezione, da sempre, per gli uomini orientali e, in genere, scelgo il drama o il film orientale(in genere giapponese o coreano), in base all'avvenenza del protagonista maschile.
In questo film l'attore principale è Ken'ichi Matsuyama, che non è proprio il mio genere e se questo film non fosse stato tratto da un libro che ho letto e amato, probabilmente non avrebbe attirato la mia attenzione(a parte l'interesse per il regista).
Ho visto per la prima volta questo attore nel live action Detroit Metal City, un film davvero divertente, e poi nella serie di Death Note, dove lui interpretava l'enigmatico L.
Bravo in ogni ruolo, davvero, ma esteticamente non il mio tipo... sarà per quel labbro superiore un po' buffo, non lo so...
Ken'ichi Matsuyama in Detroit Metal Cit... con una pettinatura a forma di glande che ricorda il dottore de' La Clinica dell'amore.
Ken'ichi Matsuyama in Death Note

venerdì 5 agosto 2011

Pensieri confortanti.


La vera fine di una giornata è la scelta del libro che ti aiuti ad attraversare la notte
Santo Piazzese, La doppia vita di M. Laurent.

...dopo una giornataccia, sapere che alla fine della routine domestica, c'è un bel libro che ti aspetta, trovo che un pensiero molto confortante. Almeno a me fa questo effetto.

giovedì 4 agosto 2011

Dialoghi coniugali


- Come va con il blog?
- Ho fatto un nuovo post...
- Su che cosa?
- Il Film Chéri, tratto dal libro di Colette.
- Uh?
- ...
- Beh... non volevo postare un altra cosa sullo yaoi o simili... avevo paura di sembrare troppo pervertita!
- Perchè? E' quello che sei.
- ...

Ohhh... Sono-san!

Sono-san... ohhh... *_*
La copertina del manga!

Ahhhh! Metto sempre dentro  in questa parentesi perversa, che ieri ne ho visto uno yaoi decisamente pornografico, Sensitive Pornograph, aveva dei disegni bellissimi e sono rimasta incantata a guardare,non c'era niente per me di eccitante ma ero rapita dalla strana bellezza di certi particolari indubbiamente disgustosi, che erano resi con una poesia tutta nipponica, particolari che se li descrivo a mio marito me lo trovo aggrappato al soffitto!!! C'era, ad esempio, un filo di sperma che usciva dall'ano di uno dei protagonisti(lo splendido Sono-san), ed era bellissimo, ero incantata, poi a pensarci lucidamente uno dovrebbe dire, ma che schifo! E invece... ero rapita da tanta poesia! Pervertita!!!

Qualche immagine tratta dall'anime:

E una dal manga:

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